Riprendimi
Recensione in Anteprima
Uscita in Sala: 11 aprile
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Girare un documentario su una giovane coppia per sottolineare i problemi della precarietà nel campo lavorativo. Questo è l’intento iniziale di Eros e Giorgio, che iniziano a filmare 24 ore su 24 la vita di Giovanni e Lucia, attore lui, montatrice lei, coppia apparentemente felice e con figlio appena nato a carico. Peccato che la precarietà economica si trasformi in precarietà affettiva, tanto da portare i due a separarsi.
Giovanni improvvisamente lascia moglie e figlio, e il documentario sulla precarietà lavorativa della coppia sparisce di conseguenza. I due registi squattrinati hanno subaffittato casa per portare avanti il progetto, e decidono così di dargli uno stampo sociologico, attraverso un film nel film che stupisce in quanto ad originalità, candidandosi come una delle pellicole italiane indipendenti più riuscite degli ultimi 10 anni…
Unico film italiano presente al Sundance Film Festival di Robert Redford, con Brad Pitt che avrebbe addirittura fatto partire i primi contatti per un remake di stampo hollywoodiano, Riprendimi è uno di quei pochi casi di cinema indipendente sperimentale made in Italy clamorosamente riuscito.
Realizzato con appena 700,000 euro, girato in un mese e tutto in digitale, il film, diretto da Anna Negri, strizza l’occhio alla commedia sentimentale, a quella drammatica e a quella prettamente ‘indy’, grazie al supporto dei due documentaristi, lasciando di stucco in quanto ad originalità e realizzazione.
Molteplici punti di vista, grazie all’escamotage del documentario, un inizio folgorante, una regia sorprendente, una secchiata di idee e un cast praticamente perfetto sono alla base di quello che potremmo definire un piccolo splendido caso di cinema italiano.
Anna Negri porta sullo schermo un mondo di 30enni immaturi, che non riescono a vivere la propria vita, recitandola sempre e comunque, pseudo artistoidi e radical chic, incapaci di crescere, eternamente bambini e viziati, che fuggono dalle responsabilità di una vita precaria, fatta di instabilità perenni, sia di stampo lavorativo che sentimentale.
Abbiamo Lucia, montatrice con contratto a termine in Rai, chiamata a dover rimontare i pezzi della propria vita, frantumatasi improvvisamente, e Giovanni, chiamato a dover interpretare ruoli sempre differenti, tra fiction che parlano di santi e altre che parlano di medici, con il teatro da sognare ad occhi aperti, e un’incapacità perenne di non riuscire a non recitare anche fuori dal set.
Le responsabilità però sono troppe e Giovanni scappa, lasciando casa, moglie e figlio, da perfetto egoista ed egocentrico immaturo, pronto dopo nemmeno 2 giorni a finire tra le braccia di un’altra donna.
Dentro questa storia vive poi la storia di Eros e Giorgio, che si ritrovano a dover rivoluzionare il documentario inizialmente immaginato, seguendo passo passo, minuto dopo minuto, con il loro occhio indiscreto, l’acuta crisi della coppia, finendo per entrare in quelle dinamiche che inizialmente dovevano solo riprendere.
Tutto questo Anna Negri lo confeziona in modo stupefacente. Semplicemente strepitosa Alba Rohrwacher, affiancata da una sempre più convincente Valentina Lodovini, da un’interessante Marco Foschi e da un cast di contorno a dir poco perfetto, che spazia in una Roma immatura, provocante e incredibilmente femminile. Un film che parla alle donne, a tutte quelle donne lasciate solo da un marito irresponsabile e troppo immaturo per metter su famiglia.
Divertente, toccante, emozionante, struggente, partorito con pochi soldi e tantissime idee, accompagnato da un’ottima colonna sonora, e da un’intensa fotografia, Riprendimi è uno di quei rari casi in cui il cinema italiano dovrebbe essere orgoglioso di se stesso. L’idea di base è assolutamente geniale, con finte interviste dei protagonisti che intervallano il film nel film, per una confezione regalo che è un piacere scartare.
Da anni diciamo che il cinema italiano è in lenta ripresa, e questa è una piccola dimostrazione che anche noi ci siamo, nel nostro piccolo, con le nostre idee, e con i nostri giovani registi, da prendere e coccolare con cura, visti i risultati che ogni tanto riescono a partorire.
Assolutamente consigliato.
Voto: 7,5