Caos Calmo
Recensione in Anteprima
Uscita nazionale, 8 Febbraio
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Pietro è in spiaggia con il fratello, gioca a racchettoni, quando una richiesta d’aiuto giugne dal mare.
I due si buttano immediatamente, salvano due donne, nessuno li ringrazia e tornano a casa.
Qui un’ambulanza accoglie Pietro, le lacrime della figlia lo riportano alla dura realtà: la morte della moglie. Lui stava salvando una sconosciuta e la moglie stava morendo.
Le vacanze finiscono, la scuola ricomincia, Pietro accompagna la piccola Claudia al primo giorno di scuola, e improvvisamente decide di aspettarla li fuori, seduto su una panchina, fno alla fine delle lezioni.
La vita di Pietro Paladini comincia a girare attorno a questa panchina, giorno dopo giorno, alla disperata ricerca di un dolore, di un’emozione, che faccia sparire una volta per tutte quel caos calmo che si è impossato di lui, negandogli una sincera lacrima di sofferenza e d’amore…
Tratto dallo stupendo romanzo di Sandro Veronesi, Premio Strega 2006, Caos Calmo è forse il film italiano più atteso della stagione cinematografica, chiacchieratissimo per l’ormai celebre scena di sesso tra Nanni Moretti e Isabella Ferrari.
Tutto si è detto, tutto si dice e tutto si dirà, ma è indubbiamente difficile esternare giudizi troppo critici nei confronti di una pellicola che appassiona, mantenendosi molto fedele al romanzo originale, nei limiti del possibile, emoziona e fa riflettere, ruotando completamente attorno a uno stupefacente Nanni Moretti.
Pietro Paladini non solo era il protagonista del romanzo di Veronesi, ma ne era l’anima, l’essenza, era il romanzo.
Grimaldi, regista della pellicola, è riuscito a zittire tutti gli scettici, che storcevano il naso di fronte all’apparentemente assurda scelta di Moretti per la parte, disegnando splendidamente un personaggio difficilissimo da rappresentare e da interpretare.
E qui tutti i complimenti sono per il Nanni nazionale.
Icona quasi mitologica per molti, e il sottoscritto rientra in questa categoria, odiato da altri, Moretti da sempre divide.
C’è chi lo ama e chi non lo può semplicemente vedere. Anche chi lo ha sempre amato ha inizialmente contestato la sua decisione nel prender parte a questa pellicola, per poi essere felicemente smentito. Nanni Moretti si trasforma in Pietro Paladini.
La morte della moglie, il senso di colpa di non esserle stato vicino, una figlia di 10 anni che non esterna minimamente nessun emozione, il dolore che non arriva, il senso di protezione che improvvisamente nasce nei confronti della piccola, tratti tutti disegnati sul volto di Moretti, maschera di sofferenza silenziosa.
Nanni ama, soffre, reprime, piange, si sfoga, fino alla liberazione finale, che arriva dal cielo come soffice neve.
Paladini deve proteggere la piccola Claudia, decide di accantonare il lavoro, gli affari, trasferendo virtualmente il suo ufficio su una panchina, fuori dalla scuola della figlia. Qui l’attende tutti i giorni, fino allo scoccare della campanella che annuncia la fine delle lezioni. Qui, voglioso di solitudine, Pietro vede il mondo con altri occhi.
Avrebbe bisogno di conforto ed invece è lui a confortare gli altri, a dare consigli, ad ascoltare i problemi quotidiani, a dover accogliere sulla sua panchina persone conosciute e non. Vorrebbe isolarsi, rimanere da solo, con i suoi pensieri e le sue domande, ma il mondo intero come per magia va da lui, eroe solitario.
La vode fuori campo di Moretti va a sostituire quelle parti del romanzo in cui Pietro su carta mette in scena il proprio mondo, i propri pensieri, alternandosi ad una colonna sonora che poggia sullo splendido tema di Paolo Buonvino, su Pyramid Song dei Radiohead, fondamentali a livello narrativo nel romanzo di Veronesi, su Cigaretes and Chocolate Milk di Rufus Wainwright e Your ex-lover is dead degli Stars. Pezzi che accompagnano la storia, la seguono, l’affiancano, dando vita ad un’empatia emotiva assolutamente riuscita.
Grimaldi giustamente tace, nasconde, non rivela tutto, molto lo lascia all’intuito dello spettatore, portato a dover rimettere assieme i pezzi della vita di Pietro, improvvisamente frantumatasi come un puzzle.
Oltre allo splendido Moretti tutto il cast di contorno è pienamene promosso.
Mai cosi bravo in tutta la sua carriera Alessandro Gassman, ottima Valeria Golino, azzeccata la Ferrari, ennesima conferma per Silvio Orlando, cattolico con fratello missionario portato alla bestemmia liberatoria, fatto che potrebbe portare al ridicolo rischio censura per il film, e geniale la comparsata del misterioso Polanski, capace di emanare luce anche senza dire una sola parola.
E la famigerata e chiacchierata scena di sesso? Sono solo 4 minuti. Lo stupore di vedere Nanni Moretti ansimare, baciare, palpare, con tanto di fondoschiena regalato allo spettatore alla fine si supera senza tanti problemi. La passione e l’eros a conti fatti vincono sull’imbarazzo, dando vita ad una scena molto più credibile di quanto ci si potesse aspettare.
Pietro Paladini su quella panchina cerca di risvegliarsi dal torpore, cerca conforto, dolore, protezione, affetto, ponendosi domande e dandosi risposte, costruendo folli liste mentali, consapevole che alcune fasi della vita non sono un palindromo e non sempre sono reversibili, che bisogna andare avanti, elaborare il lutto, reagire e metter fine a quel fottuto Caos Calmo che ti inonda il cuore e la testa, come un mare in tempesta, per rinascere dalle acque come nuovo, pronto finalmente a ricominciare a vivere.
Voto:7