La guerra di Charlie Wilson: Recensione in Anteprima
Uscita in sala: 8 Febbraio
Postata anche qui
Anni 80. L’Unione Sovietica invade l’Afghanistan. Una nuova Guerra Fredda è alle porte. Gli Usa finanziano i Mujahideen afghani, per farli resistere agli odiati comunisti, con appena 5 milioni di dollari. Fino a quando non arriva dal nulla un deputato del Texas, donnaiolo, guascone, amante della bella vita, chiamato Charlie Wilson.
Coadiuvato dalla ricchissima Joanne Herring e dall’atipico agente Cia Gust Avrakatos, Charlie riuscirà a creare un’improbabile alleanza fra pakistani, israeliani, egiziani, arabi e afgani, pur di riuscire nell’impresa di vincere la Guerra e cacciare i russi dal territorio nemico.
9 anni e 1 milardo di dollari l’anno di finanziamenti americani dopo, l’imbattibile Unione Sovietica abbandona l’Afghanistan, facendo vincere un’incredibile guerra al suo principale oppositore, venuto dal Texas, sconosciuto ai più, ma capace di cambiare la storia, chiamato Charlie Wilson.
Basterebbe vedere il cast per convincersi di andare a vedere questo film.
Tom Hanks, Julia Roberts, Philip Seymour Hoffman e in cabina di regia Mike Nichols.
Quattro pluricandidati premi Oscar, affiancati da una serie di giovani attori che nulla hanno da invidiare ai partner ‘famosi’, per un film che passa dall’iniziale stucchevole e ironica celebrazione degli States, esportatori di democrazia e libertà, alla conclusiva, satirica e diretta accusa nei confronti di un paese che, dopo aver speso miliardi di dollari, prende e scappa via, lasciando che tutto torni come prima del suo arrivo.
Questo La guerra di Charlie Wilson è un film atipico, particolare e per certi versi inatteso.
Nichols infatti disegna una pellicola politica con toni da commedia pura! Si ride e non poco, la farsa finisce per dominare la scena, e grazie ad una sceneggiatura strepitosa per dialoghi e battute, il film vola via che è un piacere.
Punto di forza è sicuramente il mostruoso cast.
Se una sensuale, ricca e arrivista Julia Roberts si vede poco, dall’altra parte ci sono due mostri che lottano duramente per vincere la palma del migliore.
Tom Hanks nei panni del guascone e donnaiolo Charlie Wilson è semplicemente strepitoso. Imbolsito, affascinante, sempre con la battuta pronta, circondato da uno staff di sole donne, giovani, scollate e bellissime, ‘perchè puoi insegnare a battere a macchina ma non a farti crescere le tette’, Hanks è una vera forza della natura, risultando per l’ennesima volta perfetto.
Al suo fianco lo accompagna l’ormai incredibile Philip Seymour Hoffman, sempre più mostruosamente bravo, occupato a vestire i panni di un aggressivo, volgare e ignorante agente della Cia. Strameritatamente candidato all’Oscar, a differenza di Hanks, incredibilmente e ingiustamente snobbato da tutti i premi.
Nichols cerca di raccontare una pagina di storia contemporanea, realmente accaduta, miscelando perfettamente, e sapienamente, politica e commedia, toccando vette di puro divertimento.
All’inizio degli anni 80 il mondo intero è nuovamente sull’orlo di una Guerra Mondiale.
Se l’invincibile Unione Sovietica riesce a far sua l’Afghanistan, dopo, probabilmente, toccherà agli Usa dover rispondere ad un attacco.
Charlie Wilson si accorge di tutto questo mentre si rilassa in una vasca idromassaggio circondato da coca e squillo, con la tv che proprio dall’Afghanistan manda un reportage.
Da qui parte la sua battaglia personale al Senato per far aumentare i ridicoli finanziamenti, segretissimi, nei confronti dei combattenti afghani. Non potendo dare direttamente loro le armi, se no la Guerra Fredda si trasformerebbe automaticamente in una Guerra con gli Usa in prima linea, Wilson riesce a metter su una rete di impensabili alleanze, addirittura tra Pakistan e Israele, fino all’incredibile vittoria finale.
Peccato che quell’America esportatrice di pace, libertà e democrazia, per 75 minuti ostentata, proprio alla fine si prenda un malrovescio dallo stesso Nichols.
Dopo la vittoria contro l’Unione Sovietica gli Usa, come sempre fatto, andarono via dall’Afghanistan, chiudendo il rubinetto dei finanziamenti. Una popolazione intera, metà della quale sotto i 14 anni, venne lasciata allo sbaraglio, senza soldi, case, cibo e ospedali…
… sappiamo tutti com’è l’Afghanistan oggi, sappiamo tutti quale riconoscenza hanno gli afgani nei confronti degli americani.
“Alcuni uomini in quegli anni cambiarono il mondo. Ma poi incasinarono il finale…“.
Di un’altra categoria rispetto all’insipido Leoni per Agnelli. Assolutamente sottovalutato, da vedere…
Voto:7