Non è mai Troppo Tardi: Recensione in Anteprima
Uscita in sala: Venerdi 18
Edward e Cole sono due settantenni completamente diversi l’uno dall’altro.
Il primo è un imprenditore di successo, capace di tirar su un colosso da un miliardo di dollari acquistando e ristrutturando cliniche, egocentrico, estroverso e cinico. Il secondo sognava di diventare un professore di lettere, ma un figlio inatteso e una famiglia in costruzione lo portarono da giovane ad un più umile lavoro come meccanico, facendo sparire i sogni filosofici di quando era ragazzo.
Oggi i due si ritrovano nella stessa stanza d’ospedale, malati di un male incurabile, con una morte ormai prossima, decisi a vivere quel poco tempo che rimane loro seguendo dettagliatamente una ‘lista’ di tutte le cose che vorrebbero fare prima della fine, perchè non è mai troppo tardi e perchè non c’è cosa più bella che dire addio alla vita con gli ‘occhi chiusi, ma con il cuore aperto…‘
Oggi i due si ritrovano nella stessa stanza d’ospedale, malati di un male incurabile, con una morte ormai prossima, decisi a vivere quel poco tempo che rimane loro seguendo dettagliatamente una ‘lista’ di tutte le cose che vorrebbero fare prima della fine, perchè non è mai troppo tardi e perchè non c’è cosa più bella che dire addio alla vita con gli ‘occhi chiusi, ma con il cuore aperto…‘
E’ difficilissimo ridere della morte, riuscire a trattare l’argomento senza scendere nel patetico, nel già visto e nel poco credibile.
Rob Reiner, vecchio mesteriante, ha puntato tutto sulla presenza di due mostri sacri di Hollywood come Jack Nicholson e Morgan Freeman per riuscire nell’impresa, senza purtroppo riuscirci pienamente.
Se i due duettano intensamente, e con un ottima chimica, sul grande schermo, giustificando da soli il prezzo del biglietto, il film vola tra discreti picchi e clamorosi crolli, perdendosi completamente nella parte centrale, ripetitiva e paradossalmente noiosa, per riprendersi solamente nel commovente finale, dopo un avvio intereressante.
La sceneggiatura è un concentrato di clichè di prima categoria, lo spettatore è portato a ritrovarsi davanti esattamente quel che aveva previsto, senza tante sorprese, con i due personaggi, quello di Freeman e Nicholson, eccessivamente disegnati e scontati, dando la sensazione perenne del già visto.
Se il primo gigioneggia come suo solito, eccedendo e arrivando al limite dell’eccesso, il secondo tende a filosofeggiare, neanche fosse ancora un Dio nero, finendo per passare entrambi quasi come una parodia di se stessi.
La storia, banale ma in fondo interessante, cerca di mettere in luce come possa nascere dal nulla un’amicizia, pronfonda e vera, tra due persone così differenti, socialmente e culturalmente distanti, lasciando però a desiderare su troppi aspetti.
Proprio la parte del ‘non è mai troppo tardi per fare quello che hai sempre sognato di fare‘ è lenta, banale e mal rappresentata, mentre le scene migliori sono quelle che vedono i due avvicinarsi lentamente, abbattere le barriere iniziali e dar vita ad una sana amicizia, nel giro di appena 3 mesi.
Da segnalare invece la buona prova di Sean Hayes, ovvero il Jack di Will&Grace, aiutante tuttofare del cinico Jack Nicholson, purtroppo poco ‘costruito’ e preso in considerazione dalla sceneggiatura.
In conclusione un film con un potenziale enorme, malamente e poco sfruttato, finale strappalacrime a parte… un consiglio? Ricordatevi di portare i fazzolettini, per il sonno della seconda mezz’ora e le lacrime dell’ultima…
Se i due duettano intensamente, e con un ottima chimica, sul grande schermo, giustificando da soli il prezzo del biglietto, il film vola tra discreti picchi e clamorosi crolli, perdendosi completamente nella parte centrale, ripetitiva e paradossalmente noiosa, per riprendersi solamente nel commovente finale, dopo un avvio intereressante.
La sceneggiatura è un concentrato di clichè di prima categoria, lo spettatore è portato a ritrovarsi davanti esattamente quel che aveva previsto, senza tante sorprese, con i due personaggi, quello di Freeman e Nicholson, eccessivamente disegnati e scontati, dando la sensazione perenne del già visto.
Se il primo gigioneggia come suo solito, eccedendo e arrivando al limite dell’eccesso, il secondo tende a filosofeggiare, neanche fosse ancora un Dio nero, finendo per passare entrambi quasi come una parodia di se stessi.
La storia, banale ma in fondo interessante, cerca di mettere in luce come possa nascere dal nulla un’amicizia, pronfonda e vera, tra due persone così differenti, socialmente e culturalmente distanti, lasciando però a desiderare su troppi aspetti.
Proprio la parte del ‘non è mai troppo tardi per fare quello che hai sempre sognato di fare‘ è lenta, banale e mal rappresentata, mentre le scene migliori sono quelle che vedono i due avvicinarsi lentamente, abbattere le barriere iniziali e dar vita ad una sana amicizia, nel giro di appena 3 mesi.
Da segnalare invece la buona prova di Sean Hayes, ovvero il Jack di Will&Grace, aiutante tuttofare del cinico Jack Nicholson, purtroppo poco ‘costruito’ e preso in considerazione dalla sceneggiatura.
In conclusione un film con un potenziale enorme, malamente e poco sfruttato, finale strappalacrime a parte… un consiglio? Ricordatevi di portare i fazzolettini, per il sonno della seconda mezz’ora e le lacrime dell’ultima…
Voto:5,5