Lussuria, La promessa dell’assassino e Irina Palm, per le mie recensioni (si lo so… spesso da querela!)

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Lussuria – Seduzione e Tradimento

Hong Kong, anni 40.
La Cina è occupata dai giapponesi, la guerra incombe, i traditori pullulano.
Wong Chia Chi è una giovane studentessa, insieme ad alcuni di amici mette su una compagnia teatrale, con l’intento di tirar su il morale delle truppe della resistenza, con spettacoli patriottici che hanno come obiettivo quello di riportare in vita l’orgoglio di una popolazione oppressa e ferita. Peccato che dietro il teatro si nasconda in realtà l’intenzione di creare un gruppo di resistenza contro l’invasore, il terribile nemico.
II piano dell’inesperta e mal organizzata banda è quello di uccidere un collaborazionista, il signor Yee, traditore del popolo. Per farlo però bisogna assolutamente conquistarsi la sua fiducia, problema di cui dovrà occuparsi proprio Wong Chia Chi, a cui viene affidato il compito di sedurlo e farlo suo, per trarlo in un’imboscata dove potrà finalmente essere ucciso.
Peccato che i piani ovviamente si sfalderanno di fronte alla forza dirompente dell’amore e della passione…
Tre anni dopo aver trionfato a Venezia con Brokeback Mountain, Ang Lee, premio Oscar per La tigre e il Dragone, torna nuovamente a vincere il Leone d’oro con questo Lust, Caution, thriller erotico in salsa storica, che ha letteralmente diviso la critica lagunare.
Lee mette in mostra i lati sensuali, passionali, erotici e lussuriosi di una giovane donna, divisa tra obbligo, patriottismo, passione e amore, costretta ad un vero e proprio insegnamento sessuale, attraverso sguardi e movimenti impercettibili del corpo, con sullo sfondo una sottotraccia storico/politica venata di thriller e spionaggio.
Sono proprio Wong Chia Chi e Mr.Yee a dominare la scena, a farla propria, con una dirompente e scandalosa passione, tanto da essere totalmente censurata negli Usa e in Oriente, che esplode con fragore nella seconda parte della pellicola, decisamente di un altro livello rispetto alla prima, molto più lenta e complessa da seguire.
Sublimi le partite tutte al femminile di Mahjong, magicamente rappresentate da Lee, tra pettegolezzi, giochi di sguardi, attenzione alle mosse e movimenti della macchina da presa, come tutta la ricostruzione scenografica della Shangai degli anni 40.
Magica la fotografia, come sempre accade con Lee, mentre è semplicemente straordinaria la colonna sonora, una delle più belle degli ultimi 10 anni, ipnotizzante ed erotica, capace di accompagnare la pellicola momento per momento, di cullarla seducendoti nota dopo nota, diventando praticamente già di culto per gli appassionati delle soundtrack.
Lee riporta sullo schermo il ‘dramma’ dell’amore, dopo quello eternamente combattuto dai cowboy di Brokeback Mountain, con questa giovane cinese portata proprio dall’amore a rischiare la propria vita, a trasformarsi in sovversiva, pronta a tutta pur di onorare il nome della propria patria, ingannando il traditore di turno, Mr.Yee, portato, sempre da quello stesso amore, ad abbassare la guardia per la prima volta in vita sua, fino allo sconvolgente e inatteso finale, che vedrà nuovamente l’amore protagonista, capace di far cambiare completamente opinione sugli altri, sulle convinzioni che avevamo fatte nostre, attraverso gli inattesi fiumi della passione e del sesso, decisi a confluire in un mare fatto di seduzione, tradimenti e sentimenti.
Lunghezza eccessiva a parte, 150 minuti di pellicola sono decisamente troppi, almeno 20 si potevano e dovevano tagliare, Lee realizza un altro gioiello, aiutato da una esordiente incredibile, Tang Wei, e dall’affascinantissimo e sensuale Tony Leung, capaci di trasmettere eros in sala dallo schermo come non capitava da anni, riuscendo a far coniugare amore e passione, sesso e sentimento, mai così legati tra loro come in questa pellicola che, polemiche a parte, merita di esser vista perchè capace di lasciare il segno, in un modo o nell’altro…

Voto:7,5
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La Promessa dell’Assassino

Londra, quartiere russo.
Una giovane ragazza muore dando alla luce il proprio bambino.
La neo mamma non ha parenti da contattare ne documenti di nessun tipo, se non un diario personale.
L’ostetrica che si è occupata del parto lo prende con se, per farlo tradurre al vecchio zio, alla ricerca di parenti cui dare in affido il bambino.
Peccato che la traduzione del diario la porterà in un mondo che non le appartiene, quello della potente mafia russa, fatta di prostituzione, droga, armi, codici d’onore e criminalità…
Tre anni dopo lo strepitoso The History of Violence torna il genio visionario e cupo di David Cronenberg, con un altro piccolo capolavoro, Estern Promises, inspiegabilmente tradotto in italiano come La promessa dell’assassino.
Attraverso una Londra cupa, inquietante, piovosa, minacciosa e invernale, Cronenberg mette in mostra un film STILISTICAMENTE perfetto, studiato nei minimi particolari, con il corpo trasformato in feticcio, la pelle in album dei ricordi, capace di far leggere il proprio passato, vero e proprio strumento di memoria, un’atmosfera sfibrante, sospesa, quasi surreale, che trasformano il film in un noir d’altri tempi, che reinventa il genere.
Semplicemente incredibile Viggo Mortensen, in quella che è la performance migliore di tutta la propria carriera d’attore, affiancato da un Cassel dei tempi migliori e dalla solita apprezzabilissima Naomi Watts, il film rimette in mostra, dopo History of Violence, che rimane comunque superiore , il dilemma di un uomo che si scontra con un mondo che non gli appartiene, cambiandolo per sempre.
Nella soria del cinema e già di culto una scena, quella della sauna, dove un pazzesco Viggo Mortensen, completamente nudo, ricoperto di soli tatuaggi, si ritrova a dover affrontare due sicari russi mandati lì per ucciderlo, con fiumi di sangue che scorrono ovunque, risultato di un’esplosione di violenza inaudita, e un corpo a corpo indimenticabile… sublime gioiello.

Voto: 7,5
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Irina Palm
Può l’amore per un nipote portarti a fare l’impensabile? Assolutamente si…
Maggie è un’attempata donna di 60 anni, suo nipote sta morendo, per curarlo ha venduto addirittura la casa, ma i risultati sperati purtroppo non arrivano…
Solo un dottore, in Australia, può aiutarlo a guarire del tutto, ma il viaggio oltreoceano costa un’enormità, e non ci sono i soldi.
Maggie disperata si mette così alla ricerca di un lavoro, pensa di averne trovato uno come Hostess, capendo male però sul tipo da prestazione da svolgere… qui infatti Maggie dovrà masturbare i clienti di un locale porno i quali non avranno la possibilità di vederla, attraverso un semplice buco in una parete!
Sconvolta e contrariata Maggie, vista l’ottima paga, dovrà accettare l’inusuale lavoro, diventando talmente brava tanto da ottenere un nome d’arte, Irina Palm, che diventa incredibilmente il più richiesto del ‘genere’ in tutta Londra…
Come sempre dall’Inghilterra arriva un film controverso, grottesco, anticonformista e divertente, capace di affrontare temi difficili attraverso altri scabrosi, dipingendoli con il solito tocco d’ironia e sana follia.
Il film, che diventa troppo ripetitivo nella parte centrale, perdendo mordente e originalità, vive sull’incredibile interpretazione di Marianne Faithful, ex bellissima ninfa dei Rolling Stones, personaggio di culto negli anni 60 e 70, affiancata da un glaciale e al tempo stesso sensuale Miki Majnolovic, attore feticcio di Kusturica.
Spesso si ride, ci si commuove, ci si appassiona, fino a quello che a mio avviso è un rovinoso finale, con un happy end fastidioso, evitabile e assolutamente inopportuno, visto i toni tenuti dalla pellicola nei 90 minuti precedenti, originali e geniali come solo le commedie inglesi spesso sanno essere.
Voto:6,5
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P.S In settimana 3 nuove recensioni, ma questa volta in ANTEPRIMA…

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