Per il consiglio cinematografico della settimana prendo in considerazione un film del 1998, assolutamente GENIALE… HAPPINESS!
Scritto e diretto da Todd Solondz, che prima di questa pellicolà giro un altro stracult, Fuga dalla Scuola Media, la pellicola mette in mostra le atrocità nascoste d’America, prendendo in esame un’apparentemente normale e tranquilla coppia in via di separazione, con tre figlie insoddisfatte, capaci di nascondere in realtà una serie di perversioni e pulsioni assolutamente distruttive.
Se a questo ci aggiungiamo gli amici e i vicini di casa, sulla loro stessa linea d’onda, abbiamo un’eccezionale quadro del banale, mostruoso in tutta la sua noia, preso a fucilate d’ironia, nera, controcorrente e trasgressiva.
LE casette perfette, i giardini curati, i sorrisetti tra vicini, la lontananza dalla METROPOLI, in un angolo di paradiso, a Gordaen State, dove la pace e la tranquillità dominano la scena, dipingono un SOGNO AMERICANO che in realtà è un INCUBO da vivere giorno dopo giorno!
Il reprimere istinti e pulsioni in continuazione porta TUTTI i protagonisti della pellicola a insoddisfazione, malessere e frustazioni incalcolabili
L’Es freudiano imprigionato in una gabbia dorata,capace di portare chiunque alla depressione più evidente e pericolosa, il non lasciar MAI uscir fuori le proprie emozioni, il proprio istinto, portano tutti i protagonisti alle conseguenze più estreme.
Solondz dipinge il quadro con una freddezza impeccabile, una ferocia inaudita, realizzando una pellicola assolutamente fuori da ogni canone, schema o genere cinematografico.
Lo spettatore viene letteralmente stuprato della propria decenza e delle proprie inibizioni attraverso immagini e dialoghi fortissimi, al limite della sopportazione, come quella SCHOCK della confessione del pedofilo,in grado di rappresentare in maniera impeccabile tutta quella parte di società che accumula rancore, sensi di colpa, frustrazioni, indossando una maschera esterna di apparente tranquillità, internamente completamente differente, pronta ad esplodere nel SESSO più estremo e patologico.
La scena iniziale racchiude in se tutto lo spirito sconvolgente del film, in pochi minuti Solodtz riesce immediatamente a far capire allo spettarore come il titolo sia pura ironia, cruda e nera, perchè di felicità a questo mondo ce n’è davvero poca.
Semplicemente strepitoso il cast, su tutti un fantastico Philip Seymour Hoffman, la pellicola, controversa già dall’autoderisorio titolo, che all’epoca trionfò a Cannes, per essere poi censurata negli states, con il pesantissimo rifiuto del Saudance Film Festival, è diventata negli anni di CULTO, come il suo geniale regista, simbolo di tutti quei film capaci di scoperchiare ciò che la società ha diligentemente nascosto agli occhi di tutti, chiudendolo in un letamaio, pronto finalmente a mostrarsi, in tutta la sua cinica mostruosità.