Le mie recensioni ( si lo so…spesso da querela!!!)

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Diario di Uno Scandalo.

Saletta Privata Anica, proiezione riservata alla stampa. “E te che ce facevi?”, direte voi…fateve gli affaracci vostra, dico io!

Un anziana insegnante solitaria, burbera, cinica e autoritaria. Una giovane collega, affascinante, conturbante, dall’animo gentile e bohemien.
Un quindicenne spregiudicato, sboccato e molto più maturo rispetto all’età anagrafica che si ritrova nella carta d’identità.
Un triangolo pericoloso, pronto ad esplodere dall’interno di un diario segreto, raccoglitore di segreti, fatti di passione e scandali.
Judi Dench e Cate Blanchett sono le superbe protagoniste di questa pellicola, trhiller drammatico dai risvolti lussuriosi.
La Dench è Barbara, un’anziana donna, sola, senza amici, tranne la sua gatta Portia ed il suo diario segreto, a cui confida ogni cosa. Tutto cambia quando nella sua vita entra Sheba, la Blanchett, giovane insegnante d’arte, sposata con un suo ex professore, madre di due bambini, bella da mozzare il fiato, ma diversa dalle altre. Tra le due nasce un’amicizia, morbosa e maniacale per una, quasi forzata per l’altra.
Il rapporto si incrina quando Sheba perde la testa per un alunno di 15 anni. I due iniziano un’intensa relazione, fino a farsi scoprire da Barbara, che gelosa dell’intruso minaccerà Sheba, affinchè lo molli definitvamente, per dedicarsi interamente a lei, amica “speciale”.
Le cose non andranno come Barbara aveva immaginato, la situazione finirà per degenerare, in un crescendo rossiniano di pura follia maniacale.
Il film, diretto da Richard Eyre, cresce continuamente, accompagnato dalle roboanti e iper presenti musiche di Philip Glass, costruito sull’ottima fotografia di Chris Menges e sorretto da una coppia di attrici semplicemente in stato di grazia.
Judi Dench è fenomenale nel rappresentate la follia ossessiva di una donna sola, possessiva e opprimente, capace di far del male per il proprio bene, anche semplicemente tramite un solo sguardo e movimenti impercettibili.
Cate Blanchett è la pietra dello scandalo, con un caso di pedofilia per una volta al femminile, che, per tenere tutto segreto, finirà per illudere la Dench di una possibile relazione.
Eyre non si concede censure di nessun tipo, semplicemente mostra lo scandalo del titolo del film, senza indugiare troppo, senza pudore. Come sfondo una Londra povera, proletaria, fatta di studenti sboccati e violenti, per una storia di passioni e tradimenti, di amicizia e di menzogne, custodite, gelosamente e segretamente, da uno scandaloso diario, scomodo testimone.

Voto:7
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Notte prima degli Esami- Oggi

Era davvero difficile riuscire a bissare l’ottimo Notte prima degli Esami dello scorso anno, ed infatti non ci si sono nemmeno lontanamente avvicinati!!
Questo Newquel
, come battezzato dal regista – sceneggiatore Britti, è un accozzaglia di “non-sense”, con una sceneggiatura al limite della denuncia, per i dialoghi e per alcune scene talmente ridicole e poco credibili da riuscire a riabilitare anche i cinepanettoni firmati DeLaurentiis (guardacaso scritti dallo stesso Britti!)
La squadra del primo film è stata confermata in toto, con la sostituzione della Capotondi con la Crescentini, con il rimpianto, ebbene si, della perdita.
Vaporidis è l’unico che si salva dal Titanic, assieme al resto del giovane cast. Per il resto la bocciatura è SONORA!
Panariello interpreta un padre INESISTENTE nella realtà, alcune sue battute fan cascare davvero le braccia, la Onofri, il cui ritorno attendevo con ansia, perchè mi abitava davanti casa, ora vive a Milano, e perchè la madre me la ritrovo tutte le mattine in palestra, passa 3/4 di film con gli occhi sbarrati, neanche fosse allucinata, mentre la Autieri che tornasse pure a fa la pubblicità del Mon Cheri co Splendido Splendente, ma il vero ENORME difetto della pellicola è proprio la sceneggiatura, che si perde in cazzate astronomiche!
Come Vaporidis che becca il padre, Panariello, con la professoressa di matematica, la Autieri, scoprendo il tradimento nei confronti della madre, la Onofri, e il PRIMO dilemma che si pone è “ma proprio co lei o dovevi fa!” o come i vari incontri casuali, non in un paesino di 1000 abitanti, ma A ROMA, tra i vari personaggi della pellicola.
Tutti fanno MOLTO più sesso rispetto al primo film, decisamente poco educativo per i 15-17enni, che sono il target di riferimento, visto il “modo” in cui vengono visti gli esami di maturità: ZERO STUDIO, ma zero davvero, tutti i giorni al mare, e addirittura presentarsi il giorno dello scritto, a tema iniziato, ed essere ammesso! Certo come no..dije de si, provassero a farlo davvero!
Qualche risata scappa, lo ammetto, ma son poche e decisamente forzate. Il primo film è distante anni luce, non esiste proprio il confronto..ed è un vero peccato.

Voto:4

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L’amore non va mai in vacanza

Arriva con 2 mesi di riardo questa commedia melassosa, da diabete cavalcante, totalmente natalizia. Fosse uscita a dicembre, dove son mancati film simili, avrebbe avuto un senso, farla uscire ora la rende quello che è: una commediola lunghissima, oltre le due ore, troppe, che ti strappa qualche risata, con un lieto fine scontatissimo, ed un cast divertente e ben affiatato, dove a troneggiare non è la Diaz, bensì la Winslet, bella e bravissima, come al solito!
La storia è quello che è: la Diaz è una montatrice di trailer, affermata, cinica e fredda, incapace di emozionarsi, di amare e di piangere. La Winslet è una campagnola inglese, con un cottage da favola, innamorata persa del proprio datore di lavoro, pronto a sposare un’altra.
Per sfuggire dalla loro depressione le due per Natale decidono di scambiarsi la casa per 15giorni, tramite Internet.
La Winslet vola così ad Hollywood, dove conoscerà Jack Black, compositore di colonne sonore, ed un vecchio sceneggiatore che le farà rivivere i fasti del magico cinema degli anni 50-60.
La Diaz approda nel cottage inglese, dove conoscerà il fratello della Winslet, Jude Law, con tutti i risvolti del caso.
Finale che POTETE immaginare da soli, qualche battuta divertente, il film forse si prende troppo sul serio. La regista, Nancy Meyers, la stessa di What Woman Want, tira troppo per le lunghe, infarcendo la pellicola di melassoso buonismo, credibile a Natale, non a Carnevale! Film godibile, ma esci dalla sala e già hai dimenticato TUTTO!

Voto:5,5

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