Le mie recensioni ( si lo so…spesso da querela!!!)

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L’arte del Sogno

Cinema Eden, sala1, 30 persone, applausi a fine film!! W il cinema di qualità!

Benvenuti nel magico, folle, visionario e onirico mondo di Michel Gondry!
3 anni dopo aver firmanto un capolavoro, Eternal Sunshine of Spottless mind, Gondry era atteso al varco, per la 1° volta senza il suo fido sceneggiatore Kauffman, per la 1°volta regista in patria, lui, francese d’America, riuscendo a superarlo in maniera magnifica!
Un film onirico, nuovamente psicologico, dentro la testa del protagonista, un bravissimo Gael Garcia Bernal, rappresentata come un studio televisivo, tra folli sogni in grado di miscelarsi con la realtà, dando vita ad un concentrato visivamente irresistibile.
Bernal è un messicano rimasto orfano del padre, deciso a tornare dalla madre, in Francia, dove ad attenderlo c’è un alienante lavoro, per lui giovane creativo, in una sorta di copisteria, portata avanti da dei folli soggetti!Unica nota positiva l’incontro con la vicina di pianerottolo, Charlotte Gaingsbourg, artistoide come lui con la passione per i giocattoli di pezza.
Gondy trasporta sullo schermo i suoi incredibili sogni, riuscendo a rapprasentartli in maniera pazzesca, tra cellophane, ovatta, cartoni di compensato e cartine di caramelle, macchine del tempo pronte a portarti avanti o indietro nel tempo di un solo secondo, caschi celebrali e pupazzi meccanici!
Il protagonista vive in una sorta di limbo, incapace di separare il sogno dalla realtà, causa un sentimento non corrisposto, tranne che nel magico e personale mondo onirico, con la conseguenza del tentativo perenno di far vivere a lei la realtà, come fosse un sogno!
L’assenza di Kauffman, dal punto di vista della sceneggiatura, si fa sentire, ma Gondry riesce comunque a realizzare un film fantastico, lucidamente folle, incredibilmente poetico, capace di portare lo spettatore nel mondo del sogno ad occhi aperti. Geniali gli effetti speciali, questo film andrebbe fatto vedere in tutte le scuole di cinema, come tipico esempio di come si possa fare ottimi film, con pochi mezzi a disposizione, visto i “soli” 9 milioni di dollari di budget.Un vero gioiello, da vedere e rivedere, da conservare con gelosia, per un regista che dopo aver rivoluzionato il mondo dei videoclip, nel suo piccolo si sta ripetendo anche nel mondo del cinema.


Voto:8

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La ricerca della felicità

Cinema Embassy, mezzo vuoto, per quella che è forse la migliore monosala della capitale!

La felicità Muccino l’ha trovata oltreoceano, dove ha sbancato il boxoffice, entrando di diritto nella storia del cinema nostrano. Un Muccino diverso dal solito, un Gabriele che non ti aspetti: basta case borghesi, basta Roma, basta litigi isterici, basta rapporti tra 15enni o 30enni, basta colonne sonore sparate a palla, si va in America, negli anni 80, per raccontare una storia vera, la storia di un uomo che prima di raggiungere la felicità, ha toccato e raschiato il fondo, accompagnato dal suo figlioletto di 5anni.
Il Muccino che noi conosciamo lo troviamo solamente nei rapporti tra marito e moglie, che come suo solito viene rappresentata come una pazza isterica pronta a lasciare tutto, e nelle oramai “famose” scene casalinghe con camera in spalla, stile Ricordati di me e Ultimo Bacio! Per il resto il film potrebbe essere davvero di qualsiasi buon regista americano!
La pellicola poggia su due pilastri solidissimi: un eccellente Will Smith (ragazzi quanta strada ha fatto dai tempi di Bel Air!) e un’ottima sceneggiatura, portata a sfiancare lo spettatore con cataclismi continui nei confronti del nostro sfortunato protagonista, per poi allietarlo con l’happy end finale!
A questo va aggiunta la performance del piccolo figlioletto di Will Smith, figlio anche nel film, bravo ed espressivo anche più del padre! Il nostro Muccino riprende alcune riprese classiche e canoniche del cinema americano, cercando di strizzare l’occhio anche al nostrano cinema neorealista, finendo per accontentare un po tutti!
Il film è estremamente toccante, ben interpretato, ben diretto, ben sceneggiato, insomma, un successo annunciato! Ben ha fatto Muccino ad accaparrarsi il lavoro, sicuro di quello che sarebbe potuto venir fuori, ovvero per forza di cose un ottimo film! Ci si emoziona spesso, veniamo trascinati dalla forza di volontà del protagonista, sicuro che la felicità tutti noi possiamo raggiungerla, basta volerlo veramente, impegnarsi, e qualsiasi cosa è a nostra disposizione.
Temi fortemente “americani”, fanno parte addirittura della Costituzione, potrem stare ore a discutere sulla loro veridicità, ma ci limitiamo ad apprezzarne il modo in cui son stati portati sul grande schermo, dal nostro Gabriele Muccino, che, piaccia o non piaccia, ha obiettivamente svoltato, trovando una signora felicità dall’altra parte del mondo, dove una chance solitamente viene data davvero a tutti!

Voto:7

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