La Stella che Non c’è

Cinema Giulio Cesare, sala1, 20 persone, media età 80anni!

Torna Gianni Amelio, dopo “le chiavi di casa” dello scorso anno, affiancato dal MIGLIOR ATTORE Italiano, ovvero quel Sergio Castellitto che con gli anni invecchia e diventa SEMPRE più bravo ed espressivo, tanto da meritarsi probabilmente scenari migliori, anche oltreoceano (in Francia lo adorano!)
Questa “Stella che non c’è” rappresenta la stella mancante dalla bandiera cinese, la stella rappresentativa di un paese incredibile, incredibilmente disomogeneo, dove ricchi e poveri riescono a vivere a pochi quartieri l’uno dall’altro, dove il sole si vede una volta l’anno, dove chi mette al mondo più di un bambino viene TASSATO, dove il mito di MAO riesco ancora oggi a sopravvivere, sommerso da un capitalismo da RECORD, da una produttività mostruosa, ai limiti della decenza.
Il film racconta l’incredibile storia di un uomo, Vincenzo Buonavolontà, manutentore da SEMPRE di un’acciaglieria italiana, fino a quando questa non viene acquistata, e smantellata, da ricchi imprenditori cinesi. A questo punto il nostro Vincenzo, Castellitto, resosi conto di un DIFETTO dell’impianto prende e parte, a sue spese, per poter portare il pezzo RIPARATO ai compratori cinesi, in un viaggio FOLLE, assurdo, in un altro mondo, in una Cina MAI vista così: Amelio non ci mostra le “cartoline” cinesi presenti in TUTTI o quasi i film li ambientati, ma la Cina dei sobborghi, quella dei contadini, quella deli operai costretti a vivere in fabbrica, con mogli e figlie, quella dei grattacieli lussuosi di Shangai e quella dei grattacieli malfamati delle periferie, con 8.000 inquilini e senza ascensore!
Assolutamente STREPITOSO Castellitto, da Coppa Volpi, maschera perenne di rughe, fatica, sudore, occhiaie, sorrisi…bravissima anche la sconosciuta Tai Ling ed impeccabile (come al solito) la regia di Amelio (forse il miglior regista Italiano ancora in attività)
Un film particolare, coraggioso, ambizioso, girato in esterni incredibili, non leggerissimo (soprattutto nel secondo tempo) e per tutti, ma sicuramente di grande impatto visivo.
A mio avviso comunque non da Leone d’Oro.

Voto, 6,5