Brokeback Mountain:
Inizierei subido dicendo che Brokeback Mountain non è una storia d’amore omosessuale. E’ semplicemente una storia d’amore, punto. Forse la storia d’amore più riuscita negli ultimi 20 anni. Una storia che mostra il vero amore, quello che ti fa gioire e, soprattutto, soffrire. Quello per cui senza non riesci più a vivere, quello per cui senza ti accorgi di non riuscire più a vivere solo dopo che lo hai perso definitivamente. L’amore clandestino, nascosto, che non riesce a vivere lasua crescita, il suo “naturale” svolgimento, solo perchè vissuto tra due persone dello stesso sesso. Un amore molto più sentito di tanti altri “convenzionali” e per questo moralmente accettati. Ang Lee rompe questo tabù: ci mostra due uomini, più che due omosessuali, addirittura due cowboy, ovvero lo stereotipo del macho, che, circondati dalla natura, si innamorano, perdutamente, l’uno dell’altro, d’altronde non c’è nulla di più “naturale” dell’amore,non riuscendo, mai, a viverlo, il loro amore, alla luce del sole, dovendo fingere un’altra vita, crearsi una famiglia di facciata, pensando però solamente all’altro, aspettando solo il momento di poterlo semplicemente riabbracciare. Il Taiwanese riesce in tutto ciò senza virtuosismi di nessun tipo, riprese standard, una quantità enorme di campi lunghi e lunghissimi, tramonti, albe, lune, stelle, ruscelli e montagne a fare da cornice, dialoghi ridotti all’osso, una toccante colonna sonora ed un’alchimia pazzesca tra i due protagonisti, Heath Ledger, da Oscar, e Jake Gillenhahll. Splendida la prima mezz’ora, quella in cui i due iniziano a conoscersi, solo attraverso gli sguardi, e tutti i momenti in cui i due hanno la fortuna di poter stare assieme, e vivere semplicemente la loro storia, mentre toccante e commovente è il finale.
Non c’è cosa più stupida al mondo che voler limitare l’amore ad uno standard, e questo film ne è una testimonianza.
VOTO:7+