Sanremo 2021, il mio pagellone alla seconda serata

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IN AGGIORNAMENTO

NUOVE PROPOSTE
Wrongonyou – Lezioni di volo: bravo a Sanremo Giovani, bravo all’Ariston. Look discutibile con il giacchettino ricamato, ma tra ieri e oggi i giovani hanno dato il peggio di loro. Voto: 7
Greta Zuccoli – Ogni cosa sa di te: lustrini rossi a pioggia, giovanissima, bella ed elegante, ma canzone di una noia tale da farti cercare su Amazon “cilicio di Paola Binetti”. Voto: 5
Davide Shorty – Regina: Ex X Factor, ha un brano che spazia e cresce, abbracciando generi diversi. Ambizioso. Voto: 7
Dellai – Io sono Luca: i gemelli che giocano a specchio no. Proprio no. Dopo Paola e Chiara non sono ammessi fratelli e/o sorelle all’Ariston. Voto: 4

Passano il turno e vanno in finale, aggiungendosi a Gaudiano e Folcast, Davide Shorty e Wrongonyou.

BIG

Orietta Berti – Quando ti sei innamorato: sbrilluccica che è una meraviglia, con le conchiglie sulle zinne come Ariel de La Sirenetta. Ferocissima, con tutti i gioielli della Corona addosso e un’intonazione invidiabile. Ma il brano è quello che è. Una roba prestoirica. Voto: 5.5

Bugo – E invece sì:  senza Morgan dopo il delirio del 2020 perde un’occasione di non poco conto. Canzone malinconica che fatica a carburare, live a dir poco discutibile. Voto: 5.5

Gaia – Cuore amaro: non la amo, mai amata, ma si è presentata all’Ariston con un brano che non è la solita roba melensa. Vocalmente rivedibile, ma la canzone funziona. Voto: 6


Lo Stato Sociale – Combat Pop: Lo Stato Sociale che incontra Elio e le Storie Tese che incontra i Pinguini Tattici Nucleari. Divertente, cazzeggio citazionista. Voto: 6

La Rappresentante Di Lista – Amare: così fucsia a fatte buttà l’occhi, dichiaratamente e orgogliosamente queer, con la voce di Veronica finalmente concessa ad un’ampia platea televisiva a cavallo di una canzone che è una botta di vita in una serata da sonnolenza spinta. Bravissimi. Voto: 9

Malika Ayane – Ti piaci così: una rete addosso, elegantissima e senza ballad a traino, contro ogni previsione della vigilia. Gradevole pop da riascoltare necessariamente radio edit. Ma ha ritmo e spunti d’interesse. Una sorta di Jessie Ware a Sanremo.. Voto: 7

Extraliscio feat. Davide Toffolo – Bianca luce nera: un po’ balera e un po’ Gogol Bordello, alieni all’Ariston con tanto di ballerini. Ce n’era bisogno? Perché No. Voto: 6

Ermal Meta – Un milione di cose da dirti: non so, non saprei, sarà che sono ancora scosso dal medley Pride di Elodie, ma ho ascoltato poco e male. Devo recuperarti, Ermal. Tendenzialmente mi è apparsa una gran rottura di coglioni. Voto: 6

Random – Torno a te: look imbarazzante, vocalità imbarazzante, canzone imbarazzante. La sua presenza all’Ariston è un mistero. Imbarazzante.  Voto: 1

Fulminacci – Santa Marinella: scuola romana, un po’ De Gregori dei noantri con omaggio al litorale laziale. Il cantautorato al Festival. Da riascoltare. E una volta riascoltata, decolla. Voto: 7.5
Willie Peyote – Mai dire mai (La locura): bravo, bravissimo, testo impegnato e ritmo incalzante. Voto: 8
Gio Evan – Arnica: in pantaloncini corti a Sanremo, di marzo. Ci ricorderemo di lui solo per questo motivo. Voto: 3
Irama – La genesi del tuo colore: costretto in albergo causa Covid-19, è ancora in gara grazie alla registrazione delle prove dei giorni scorsi. Ed è un peccato, perché ha una canzone che spacca. Pienamente Dardust, avrebbe potuto giocarsela pesantemente. Ma mai dire mai.  Voto: 7

Elodie: anche solo per il medley più frocio di sempre, una Dea all’Ariston. Figa fotonica, talento raro, la nostra unica popstar su piazza. Voto: 10

 

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