Giovedì 9 novembre la procura del Tribunale dei Minori di Roma valuterà gli episodi di bullismo, minacce, ed umiliazioni a cui nel 2015 uno studente di 14 anni del Liceo Isacco Newton di Roma venne sottoposto, episodi che la procura in una prima fase valutò come semplici ingiurie, alle quali la famiglia dello studente seguita dall’avvocato Mario Miano di Gay Help Line si è opposta.
Si tratta dell’ennesimo episodio di bullismo a stampo omofobo che quotidianamente avvengono nelle scuole in Italia, con la differenza questa volta fatta dai genitori, che hanno notato uno stato di tensione e sofferenza nel figlio e si sono fatti rivelare gli atroci episodi ed hanno contattato il numero verde Gay Help Line 800 713 713, per chiedere supporto.
I fatti risalgono all’ottobre del 2015, con il 14enne che iniziò a ricevere una serie di messaggi vocali sulla chat di classe da parte di un suo compagno del Liceo Newton nel centro di Roma. I messaggi, che avvenivano in chat e non solo erano ripetuti, continui, di natura offensiva ed omofoba, come : “sento odore di frocio” “sei una merda, sei una checca”, “vai a suc*** le palle”, ed altre frasi molto pesanti ed offensive. Gli studenti avevano inoltre deciso di fare un “bagno di urina” al ragazzo, con delle bottiglIe che avevano riempito, all’uscita di scuola. I genitori del ragazzo, venuti a conoscenza dei fatti ed ascoltati i messaggi vocali, si rivolsero tempestivamente alla Preside dell’istituto. La dirigente, dopo aver rassicurato i genitori sul fatto che avrebbe preso tutti i provvedimenti opportuni, minimizzò l’episodio e si oppose in un primo momento alla richiesta di effettuare il cambio di sezione del ragazzo. Qualche giorno dopo, in un successivo incontro con la Dirigente finalizzato ad ottenere ulteriori informazioni sugli sviluppi della vicenda, i genitori della giovane vittima chiesero alla Dirigente se avesse informato i genitori del ragazzo circa la gravità dei fatti posti in essere e quali provvedimenti avesse preso al riguardo. A tali domande la risposta della Dirigente fu estremamente evasiva.
La Preside chiese ai genitori di temporeggiare, di avere pazienza, di non scaldare gli animi e suggerì agli stessi di rivolgersi allo sportello psicologico della scuola per esporre nuovamente i fatti, senza attuare alcuna azione nei confronti del bullo.
Dopo alcuni incontri con la psicologa dell’Istituto, i genitori non hanno più ricevuto ulteriori notizie in merito alla vicenda. Fabrizio Marrazzo, responsabile Gay Help Line 800 713 713, e portavoce Gay Center, ha così attaccato, appellandosi al Ministro dell’Informazione.
“Nella quasi totalità dei casi di bullismo verso ragazzi lesbiche e ga, la vittima resta silente in quanto molti ragazzi preferiscono non denunciare gli episodi, perchè temono la reazione dei genitori, che spesso non sanno che i propri figli sono lesbiche e gay. Pertanto, riteniamo importante che il Tribunale dei Minori di Roma, non valuti quanto ha subito il ragazzo come semplici ingiurie, ciò renderebbe vani gli sforzi dello studente e della famiglia, studente che fu offeso, umiliato e costretto a cambiare scuola ed a perdere l’anno scolastico. In merito, al comportamento della preside, denunciato dai genitori, siamo ancora in attesa dell’esito della procura, ma lanciamo un appello alla Ministra Fedeli, al fine che attui le azioni ispettive presso il Liceo Newton di Roma per verificare i fatti e per evitare che altri studenti debbano subire in silenzio.”