Si è spenta all’età di 88 anni Edie Windsor, nome poco conosciuto in Italia eppure celebre negli States, soprattutto all’interno della comunità lgbt, grazie alle sue lunghe battaglie a favore dei nostri diritti.
Ad annunciarne il decesso la sua moglie moglie, Judith Kasen-Windsor.
Nel 2007 Edie andò a Toronto per sposare Thea, la compagna di allora, morta due anni dopo causa sclerosi multipla.
Essendo l’unica erede, alla Windsor rimasero 363mila dollari in tasse di successione.
In un matrimonio etero Edie non avrebbe mai dovuto pagare quella cifra, ma nel suo caso l’erario USA si rifiutò di riconoscere l’esenzione del
coniuge.
Battagliera, la donna si rivolse alla Corte Suprema, che nel 2013 le ha dato ragione.
Una sentenza storica perché grimaldello fondamentale per portare all’epocale sentenza del 2015, che legalizzò i matrimoni LGBT in tutti gli Stati Uniti d’America.
Se oggi ci si può sposare, in America, è quindi grazie a lei, donna oggi ricordata e omaggiata persino da Barack Obama, che l’ha così celebrata:
“Il lungo viaggio dell’America verso l’uguaglianza è stato guidato da innumerevoli atti di perseveranza e alimentato dall’ostinata volontà di eroi tranquilli che difendono a voce alta quello che ritengono giusto. Pochi sono stati piccoli in altezza come Edie, e pochi hanno fatto una differenza tanto grande”.