Sanremo 2016 verrà ricordato per i nastri arcobaleno con cui quasi tutti i cantanti, in gara e non, hanno appoggiato le unioni civili durante l’intera manifestazione.
L’iniziativa Sanremo Arcobaleno, partita da Luca Finotti e rilanciata da Andrea Pinna, è esplosa in diretta tv, davanti a milioni di italiani, e si concluderà domani sera con la finalissima del sabato.
Ma sarà la prossima settimana che il DDL Cirinnà andrà al voto a Palazzo Madama, e sarà in quei giorni che gli altri canali nazionali dovrebbero raccogliere il testimone rainbow sanremese. Per farlo loro.
Piazza Pulita, ieri sera, si è apertamente schierata a favore dei diritti glbtq e delle unioni civili, andando in onda con un grande ARCOBALENO in studio.
E allora perché non mandarlo in onda a rete unificate, quell’arcobaleno.
Perché non chiedere ai conduttori, ai giornalisti, agli ospiti dei talk di metterci la faccia e di schierarsi.
D’altronde siamo in democrazia ed è lecito, se non doveroso, farlo. Così come Gasparri, Adinolfi, Giovanardi & Co. cinguettano oscenità h24, l’Italia per bene, quella civile e democratica, dovrebbe fare altrettanto. E dove se non in quel piccolo schermo dove ogni gesto viene amplificato?
A Sanremo decine di artisti hanno voluto prendere posizione, con orgoglio e coraggio. Che siano ora gli altri programmi, da Mamma Rai a Mediaset passando per Sky, ad esporsi in prima persona. Sposando l’amore glbtq.