Come non Detto
Recensione in Anteprima
Uscita in sala: 7 settembre
Da me RECENSITO su e per CINEBLOG.it
Negli ultimi anni il cinema italiano ha provato ad aprire le porte a tematiche di tipo glbtq. Ferzan Ozpetek è innegabilmente il regista ‘tricolore’ più amato dalla comunità gay, grazie ai suoi melò che hanno in qualche modo conquistato non solo l’Italia ma il mondo intero. Cambiando genere, passando quindi dal dramma alla commedia, l’aria si fa più pesante e meno convincente. Solo pochi mesi fa abbiamo assistito al pessimo esperimento Good as You, mentre persino Nicolas Vaporidis sarà a breve omosessuale in un film ad hoc.
Nel mezzo, ecco arrivare Come non Detto, film d’esordio del giovane Ivan Silvestrini, diplomato presso il Centro Sperimentale di Cinematografia e qui riuscito a sorprendere. Perché il suo film è una piacevole scoperta. Un titolo fresco, condito da dialoghi frizzanti e divertenti (scritti da Roberto Proia, autore del soggetto e della sceneggiatura), ben diretto e montato, e soprattutto ottimamente interpretato. Una pellicola quasi ‘anglosassone’, per il modo in cui viene trattata l’omosessualitò, finalmente tutt’altro che stereotipata ma semplicemente ‘normale’.
Protagonista indiscusso il coming out, ovvero il temuto ed atteso momento in cui un gay arriva a fare i conti con se’ stesso e con il proprio io, tanto da decidere di gettare la maschera, dichiarando la propria omosessualità ai propri genitori.
Mattia ha poco più di 20 anni. E’ giovane, timido, insicuro, timoroso, ed omosessuale. Innamorato di uno spagnolo, il ragazzo è ad un passo dal trasferisi a Madrid, dove ha trovato lavoro, in modo da iniziare una nuova vita con il proprio amato. Ma c’è un ma. E si chiama famiglia. Mattia non ha infatti mai dichiarato la propria omosessualità in casa. Nulla di preoccupante, visto che sta per ‘fuggire’ all’estero, se non fosse per il fidanzato Eduard, che decide di arrivare a Roma proprio per conoscere i suoi genitori…
La paura nel dichiararsi, nel mostrarsi per quel che si è, persino in casa con i propri familiari; il timore nell’accettarsi; l’ansia di dover vivere nella menzogna perenne, con estranei e persone amate; il confronto con una società che spesso inconsapevolmente ferisce, puntando il dito solo e soltanto perché omosessuali; la forza dell’amicizia, quella vera e apparentemente impossibile, che corre in aiuto quando ne hai più bisogno; la violenza fisica e verbale dell’omofobia, che è sempre dietro l’angolo; e soprattutto la travolgente potenza della verità, talmente liberatoria da farti rinascere, dandoti così l’opportunità di iniziare a vivere. A vivere realmente.
C’è tutto questo e molto altro in Come non Detto, commedia firmata Moviemax che conquista ed ammalia, per quanto ben sceneggiata e ponderata. Nulla è fuori posto nel film d’esordio di Ivan Silvestrini, riuscito nell’impresa di amalgamare luoghi comuni e verità spesso taciute, che vogliono l’omosessuale italiano assolutamente ‘normale’, soprattutto se paragonato alla mostruosa società che lo costringe a vivere con terrore la propria quotidianietà.
A stupire nel film di Silvestrini sono i dialoghi, finalmente sensati e conditi da battute straordinariamente esilaranti, e i pochi ma buoni personaggi, ben sfaccettati e in grado di pennellare due mondi, quello omosessuale e quello eterosessuale, apparentemente distanti ma in realtà faccia della stessa medaglia. Perché non c’è gay che non sia nato e cresciuto al fianco di persone dall’orientamente sessuale opposto, e non c’è probabilmente eterosessuale che non conosca o abbia in famiglia omosessuali, amati e spesso più che accettati ma senza sapere la vera verità nei loro confronti.