Si è ucciso Jamey Rodemeyer, Lady Gaga scrive ad Obama

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Si è ucciso perché non ce la faceva più. Aveva appena 14 anni il piccolo Jamey Rodemeyer. Era bisessuale e da mesi era vittima di insulti e attacchi omofobi. Tutti sappiamo quanto possano essere crudeli gli adolescenti, con il bullismo ancora una volta maledetto protagonista. A Buffalo, nello stato di New York, Jamey aveva iniziato a dar vita a delle autentiche iniziative pubbliche per difendere se stesso e i tanti bisessuali e omosessuali come lui perseguitati da mattina a sera. Picchiato e umiliato a scuola, Jamey era seguito da un assistente sociale e da uno psicologo.
«A nessuno della mia scuola importa prevenire i suicidi, voi siete quelli che mi chiamate checca e mi fate a pezzi». «Io parlo sempre di quello che subisco, ma nessuno mi sta a sentire. Cosa devo fare perché la gente mi ascolti?». Con queste parole pochi giorni fa Jamey si era rivolto ai suoi ‘nemici’, dopo aver preso attivamente parte al programma It Gets Better, in cui ringraziava Lady Gaga per il sostegno alla comunità gay. Proprio Gaga aveva preso a cuore la battaglia di questo piccolo ragazzino coraggioso, che alla fine non ce l’ha fatta a sopportare il peso tremendo che da tempo portava sulle sue spalle. E si è ucciso. A 14 anni.

In America questa triste e incredibile storia ha avuto un’importante risonanza mediatica, con Gaga ancora una volta in prima linea. Direttamente da Twitter la Germanotta ha annunciato di voler incontrare il Presidente Omaba. Perché c’è una piaga da battere. Perché non vuole smettere di lottare, perché questo deve finire, perché la nostra generazione ha il potere di farlo finire. Il bullismo deve diventare ILLEGALE, continua Gaga, perché crimine di odio. Ha pianto, sofferto e urlato nei giorni scorsi, perché è difficile sentire amore quando la crudeltà si prende la vita di qualcuno.
Parole, parole, parole, per ora.
Ma qui ci vogliono fatti.
Perché non ci sia più un altro Jamey Rodemeyer, costretto a suicidarsi a 14 anni, perché gay.

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